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Leonard M. Brown

La tessera di Leonard M. Brown

Un ritrovamento particolarmente significativo è quello della “True Americans Identification Card” intestata al soldato Leonard M. Brown, matricola 33752680. Si trattava di una sorta di carta d’identità certificata dal Ministero dell’Interno americano, che i soldati acquistavano privatamente per attestare ufficialmente la propria identità.

La tessera è riemersa da una vecchia buca-spazzatura, insieme ad altri oggetti appartenuti con ogni probabilità a militari americani. Un piccolo frammento di storia che ci ha permesso di risalire al percorso di Leonard.

Leonard serviva come Private (PVT) nella compagnia G del 133° reggimento, parte della 34ª Divisione di fanteria americana “Red Bull”. Tra l’11 e il 17 ottobre 1944, il 133° fu impegnato nei durissimi scontri per la conquista di Monte Belmonte, posizione strategica sopra Pianoro che difendeva l’accesso alla Strada Statale 65.

Secondo i documenti consultati, Leonard Brown risulta caduto in battaglia il 14 ottobre 1944. Il suo nome compare nell’elenco ufficiale dei caduti e dispersi del 133° reggimento.

Dopo quella battaglia, il fronte si stabilizzò, e l’inverno 1944-45 fu segnato da pattugliamenti continui in condizioni estreme, da entrambe le parti della linea. È probabile che furono proprio i suoi commilitoni, forse costretti a ripiegare o a sgomberare velocemente la posizione, a lasciare la sua tessera insieme ad altri oggetti personali.

Non siamo riusciti a trovare una fotografia di Leonard, ma sappiamo che è sepolto nel cimitero nazionale di Arlington, in Virginia. Una stele commemorativa con il suo nome è presente anche nel cimitero ebraico di Knoxville, in Tennessee.

I volti della storia

Sidney Letsky

Ritrovato a Monterenzio, il piastrino apparteneva al soldato Sidney Letsky, farmacista nel distaccamento medico del 3rd Convalescent Hospital.

Leonard M. Brown

Tra i resti della Seconda Guerra Mondiale, emerge una tessera d’identità appartenuta a Leonard M. Brown, soldato della 34ª Divisione "Red Bull".

William P. Rovira

Uno dei rari casi in cui un piastrino ritrovato sul campo ci permette non solo di ricostruire un’identità, ma anche di raccontare una vita intera.

William S. Corey

Questo piastrino, riaffiorato decenni dopo tra i boschi dell’Appennino, ci restituisce il volto umano di una battaglia raccontata nei libri ma vissuta metro per metro dai suoi protagonisti.